🦁 Sotto il segno dei Leoni - Leoni con le ali
La Newsletter di Un Safari in Città - Numero 3 Marzo 2023
Roar!
Ciao! Quello che stai leggendo è il terzo numero della newsletter di Un Safari in Città e io sono Adele Cammarata.
Questa volta il nostro filo conduttore sarà un tipo di leone che riconoscerai sicuramente: il leone alato, simbolo di Venezia e di San Marco, ma andremo un po’ in giro a scoprire la sua storia e alcuni posti curiosi dove trovarlo.
Un leone allo Sperone
Ecco, appunto, il primo posto in cui ti porto oggi è il quartiere Sperone di Palermo e precisamente la parrocchia di San Marco Evangelista: qui i bambini del quartiere, con il parroco don Ugo Di Marzo, hanno trasformato il luogo che ospita la chiesa in una fantastica Arca di Noè sotto la guida dell’artista Igor Scalisi Palminteri, con la collaborazione, tra gli altri, di Nino Carlotta (di cui ti avevo parlato qui).
Sono andata a cercarla appena ho visto le immagini: un vero safari, perché trovare il luogo esatto non è proprio facilissimo, ma ne vale la pena.
Il leone alato appare innanzitutto nella facciata, al lato della porta d’ingresso, come simbolo dell’evangelista Marco. Ma siccome siamo in un’Arca di Noé, sul fianco sinistro della chiesa appare un’intera famiglia di leoni!!!
Ti invito ad andare a scoprire tutte le famigliole e i singoli animali, uno più originale dell’altro (e no, non si vedono i due liocorni!).
Questa originalissima opera che ha coinvolto l’intero quartiere dà l’occasione di scoprire anche le opere di street art che da qualche anno sono state realizzate sui muri delle case popolari dello Sperone.
L’ultimo in ordine di tempo è quello dedicato a Fratel Biagio Conte da Igor Scalisi Palminteri, sempre con la collaborazione di Nino Carlotta, dal suggestivo titolo “Quello che rimane dopo una mareggiata”.
Le opere di street art che vedi nel quartiere sono legate al progetto Sperone167 che promuove azioni sociali qui a Palermo e a Lecce.
Sono molto contenta di questi nuovi leoni, immagino che lo sia anche il nostro Leone Carmelo che ci ha accompagnato alla scoperta di Borgo Vecchio
Ali e libri
Ma come mai il leone alato è il simbolo di San Marco?
San Marco era partito da Alessandria per evangelizzare l’attuale Veneto. Ma, prima dello sbarco, la nave su cui viaggiava dovette affrontare una tempesta e il nostro Marco fece naufragio nelle acque della laguna. Quindi verrebbe subito in mente che il libro tenuto aperto dal leone alato sia un Vangelo, il Vangelo di Marco, per l’appunto. E invece no!
Secondo Jacopo da Varazze, che di santi se ne intendeva, quando il nostro giunse finalmente sulla terraferma (si fa per dire) gli apparve un angelo in forma di leone alato che gli rivolse questo messaggio:
PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS. HIC REQUIESCET CORPUS TUUM.
“Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposa il tuo corpo”, a significare che un giorno le sue spoglie sarebbero state sepolte e venerate in terra veneta. Per questo il leone di San Marco reca quasi sempre un libro aperto con la scritta “Pax tibi Marce evangelista meus”.
Ma in realtà l’associazione tra Marco e il Leone è più profonda: infatti il nostro felino preferito è uno dei quattro esseri viventi “pieni d’occhi davanti e dietro” citati nell’Apocalisse di san Giovanni (Ap 4,7):
Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola.
Questa iconografia riprende una visione del profeta Ezechiele (Ez 1, 10-12) che parla di creature “tetramorfe”, che presentano ognuno tutti e quattro questi caratteri:
Quanto alle loro fattezze, avevano facce d'uomo; poi tutti e quattro facce di leone a destra, tutti e quattro facce di toro a sinistra e tutti e quattro facce d'aquila. Le loro ali erano spiegate verso l'alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo.
Perché il leone? Secondo Ireneo di Lione (ma va!), il leone indica la regalità, mentre secondo Girolamo (che associò per primo i simboli agli evangelisti), il Vangelo di Marco inizia con la figura di Giovanni Battista, la cui voce “che grida nel deserto” ricorda il ruggito del leone. Giovanni Battista tra l’altro veniva rappresentato con indosso pelle di leone. Inoltre, come ho appreso qui,
nel Medioevo si riteneva che la testa maestosa e la criniera del leone simboleggiassero la natura divina, mentre il corpo e le zampe quella umana.
(San Girolamo merita una storia a parte, perché anche lui ha a che fare con i leoni! Ne parleremo nelle prossime puntate)
Un safari nel safari potrebbe essere proprio andare a cercare i leoni alati nella tua città: nelle chiese, ma non solo, infatti il leone di San Marco simboleggia anche tutto ciò che ha a che fare con la città di Venezia e la sua storica repubblica… fino a essere diventato il logo delle Assicurazioni Generali.
Chiudiamo con un leone alato del tutto particolare, quello di Vaia. Ricordi la tempesta Vaia di qualche anno fa? Gli alberi andati distrutti non sono andati persi: ecco che cosa ha realizzato l’artista Marco Martalar.
Di che cosa parleremo la prossima volta? Aspetta e vedrai 🦁