L’amore di Paolo e Francesca
Il finale che avrei voluto scrivere... e l'ho fatto!
L'intramontabile storia d'amore di Paolo e Francesca ha dimorato nel mio cuore per decenni, prima di trovare la sua casa tra gli scaffali delle librerie.
Se tu segui la tua stella...
Come a molti di noi è successo, abbiamo sentito per la prima volta il racconto della loro incresciosa vicenda sui banchi di scuola, leggendo il V canto dell’Inferno di Dante Alighieri.
A quei tempi, forse, eravamo più concentrati nell'apprendere la parafrasi, studiare le note e la metrica, probabilmente cercavamo di comprendere il significato dei versi dedicati all'amore solo per riuscire a inserirli in un tema scolastico…
«Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona,
che mi fu tolta, e’l modo ancor m’offende,
Amor, c’ha nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense.»
Inferno, V canto vv. 100-107
...piuttosto che a comprendere davvero la vicenda fino a provare quella profonda pietà che il Poeta stesso sente così intensamente da perdere coscienza.
A sedici anni, la loro storia può colpire in modo relativo, molto dipende anche dalle esperienze avute fino a quel momento.
Personalmente avevo avuto modo di riflettere sulla loro vicenda durante l’estate dei sedici anni, quando mi innamorai di un ragazzo pur essendo impegnata con un altro. Ecco che vivevo sulla mia pelle il tradimento e la sensazione di vivere un amore impossibile, una dicotomia tra rimorso ed esaltazione ormonale. Con l’arrivo dell’autunno e della fine dell’amorazzo estivo, però, anche Paolo e Francesca furono relegati da qualche parte nella mia memoria.
La loro vicenda è così potente che riesce, in modi differenti e misteriosi per ciascuno di noi, a infrangere quel muro che la vita ci fa erigere intorno alla nostra anima per salvaguardarla dalle brutture del mondo o da un destino che non ci appartiene.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Quando avevo all'incirca trent'anni, scrissi un primo racconto con Francesca come protagonista. Nonostante mi concessi alcune licenze storiche, dipinsi il ritratto di una donna costretta a subire un doppio inganno.
Il primo venne orchestrato dai suoi stessi familiari, che la fecero sposare per procura al bel cognato, senza rivelarle l’identità né la vera natura dell'uomo a cui si sarebbe legata.
Il secondo inganno, invece, fu un tragico affresco tessuto da tutti i Malatesta che culminò nel brutale omicidio di Francesca.
In definitiva, il mio primo racconto rifletteva quanto accaduto nella realtà.
Ne stampai una decina di copie da regalare agli amici. Ecco come appariva con tanto di copertina sgranata, così come l’avevo pubblicato. Non si pensi fosse un effetto voluto, solo non avevo la capacità di fare di meglio.
Francesca mi aveva prestato la sua voce in un periodo della vita in cui non sapevo più se ero diventata “ciò che volevo diventare da grande”. Con la differenza che l’inganno di cui mi sentivo vittima era ordito da me stessa e dalla mia incapacità di oppormi a quello che sembrava un “tranquillo destino”, comune a tante persone.
A mio modo, avevo perso la Vita, quella che si scrive con la V maiuscola, quella degna di essere vissuta.
Ché la diritta via era smarrita
La mia esistenza cambiò radicalmente e quello scritto fu abbandonato… Fino al 2019, quando approdai su Wattpad, una piattaforma social dove gli scrittori possono pubblicare i propri romanzi. Durante un corso di narrativa alla Scuola Holden di Torino, ne aveva parlato lo scrittore Matteo B. Bianchi, suggerendo che poteva essere un modo per farsi conoscere visto che accedere direttamente al mercato editoriale è molto complesso.
Mi ero convinta a fare un tentativo pubblicando la storia di Francesca. Inizialmente avevo solo l'intenzione di effettuare una semplice operazione di copia-incolla del vecchio scritto, tuttavia, proprio mentre mi trovavo sull'orlo di premere il pulsante Pubblica, mi arrestai.
Cosa mi aveva fatto esitare?
Due fattori entrarono in gioco.
Il primo riguardava la mia partecipazione a vari corsi presso la Scuola Holden, dove avevo approfondito diverse tecniche di narrazione e storytelling. In quel momento, quelle poche pagine mi apparivano come un cumulo di errori e cliché... Con quale coraggio avrei potuto permettere ai due o tre lettori interessati alla storia di investire il loro tempo in qualcosa che poteva essere notevolmente migliorato?
Il secondo fattore, altrettanto rilevante, era che avevo la sensazione che quella storia avesse ancora molto da svelarmi e da insegnarmi... Ma cosa esattamente?
Richiamai alla mente le emozioni vissute durante l’estate dopo la terza liceo, quando intuii per la prima volta il senso profondo del V canto, e collegai il destino di Francesca e Paolo al colore rosso, un'immagine potentissima descritta da Dante Alighieri nel verso 90:
Noi che tignemmo il mondo di sanguigno.
Decisi di ripartire da quel verso per narrare la vera storia che sentiva il mio cuore, quella di una fuga verso la libertà, non solo uno svincolarsi dalle catene sociali che da sempre imprigionano gli esseri umani, ma verso la possibilità di voler bene senza se e senza ma a qualcuno con cui si ha una profonda affinità elettiva.
L’unica cosa che sapevo è che, alla fine, i due amanti sarebbero riusciti a vivere pienamente il loro amore, ma come sarebbero riusciti a fuggire dalla spada di Gianciotto?
All'inizio intitolai il romanzo con quel verso ma, sebbene di una potenza ineguagliabile, vedevo che appariva stonato al nostro orecchio contemporaneo tanto che molte persone mi scrivevano per dirmi che avevo messo un refuso nel titolo...
Ecco la cover che aveva:
La prima stesura avvenne durante il NaNoWriMo, in cui ci si sfida, nel mese di novembre, a scrivere 2.000 parole al giorno per arrivare a scrivere un intero libro di 50.000 parole.
Era il 2020 e la pandemia favorì il mio isolamento dal mondo durante un momento della mia vita in cui avevo deciso di dedicarmi solamente alla scrittura al fine di onorare quella promessa che avevo fatto alla me-bambina di diventare come Jo March.
Leggevo e scrivevo per sedici ore al giorno con l’unico intento di celebrare l’anno dantesco a mio modo, ossia cercando di scrivere al meglio delle mie possibilità per omaggiare il Poeta che tanto ha fatto per la nostra lingua.
Appena pubblicavo un capitolo, lo caricavo su Wattpad e rimanevo sorpresa nel vedere che anche alle due o alle tre di notte c'erano lettori pronti a leggere e commentare.
"Non dormi?" rispondevo con una domanda ai commenti notturni.
"Dormivo, ma ho attivato le notifiche per tenere d'occhio Paolo e Francesca."
Ho impiegato poco più di tre mesi per completare la prima stesura.
E alla fine tremavo.
Non solo perché ero consapevole di aver messo nero su bianco il mio massimo sforzo, ma anche perché mi ero resa conto che i due protagonisti mi avevano insegnato qualcosa sull'amore che prima di scrivere la loro storia non avevo mai compreso appieno.
…non puoi fallire a glorioso porto
Ho sottoposto Noi che tignemmo il mondo di sanguigno a un processo di editing almeno una ventina di volte prima di consegnarlo agli esperti del settore. Mentre lo inviavo ad alcuni concorsi e case editrici, l’ho fatto valutare da alcune agenzie letterarie… Ho imparato quanto sia difficile trovare una buona agenzia quando si è scrittori sconosciuti e non si dispone di raccomandazioni (infatti non ho tuttora un agente letterario).
Avevo praticamente abbandonato ogni speranza di vedere il mio romanzo pubblicato, quando improvvisamente ha iniziato a riscuotere diversi riconoscimenti.
Il primo fu uno Watty, uno dei premi messi in palio da Wattpad.
Dopodiché assistetti in diretta Facebook alla proclamazione dei romanzi vincitori del Torneo letterario IoScrittore indetto dal gruppo editoriale Mauri Spagnol… All’improvviso ho visto comparire il titolo del romanzo con cui avevo partecipato e ricordo con chiarezza che sono rimasta così sbalordita che faticavo persino a respirare normalmente e a esprimere frasi di senso compiuto.
La settimana dopo andai in Toscana per ritirare il primo premio nella categoria inediti del Premio Letterario “Amori sui generis” della Città di Grosseto.
Tra i premi messi in palio negli ultimi due concorsi c’era la pubblicazione e così, il 3 ottobre, finalmente vedrà la luce questo mio scritto, con un altro titolo che, questa volta, non darà adito a dubbi!
Se sei curiosə di conoscere il titolo e vedere la copertina, seguimi su instagram: martedì lo svelerò!
E noi ci rivediamo sabato prossimo con un’anteprima del romanzo.
Sei curiosə di saperne di più?
Onestamente mi sconvolge la genesi del tuo romanzo. Hai sofferto insieme ai protagonisti. Non ho parole. In realtà ce le ho, ma suonerebbero banalissime. È proprio vero che l'autorə deve assolutamente soffrire assieme ai protagonisti per essere definito tale. Tu hai anche superato questo stato di sofferenza, sei cresciuta e maturata con la tua creatura, che finalmente sta per vedere la luce.
Sono profondamente colpito.
Però adesso il mio politically scorrect preme e urla dal fondo dello stomaco:
Cara Lisa, promettimi che supererai lavori tipo mercanti di stille lacrimali e simili, ti prego! E non aggiungo altro 😝
Ciao ciao 😘
Mia cara ho finito adesso di leggere tutta la newsletter e capire come è nata la tua voglia di ribaltare il destino di due persone stuzzicando non solo la mia curiosità ma hai suscitato il mio desiderio di rivalsa su tante cose che la vita purtroppo ha deciso per me, quindi non so se sarò la prima ad acquistare il tuo libro ma di sicuro sarà il mio regalo anticipato di natale!
Ti faccio tutti i miei migliori in bocca al lupo e cmq vada è già un successo, ricordalo sempre ❤️