Da bambino odiavo leggere
Come un'insegnante mi ha fatto scoprire l'amore per la lettura (in maniera per nulla scontata) e perché leggere ci permette di vivere di più
Fino alla seconda media ho sempre schivato la lettura di qualsiasi libro come un pugile schiva i colpi di un avversario. Mi capitava di fare ricerche su enciclopedie, poi di averla sul CD da inserire nel computer, poi ho visto arrivare internet a casa (che rumore facevano i modem!) e facevo qualche ricerca online per imparare qualcosa. Ma i libri no, mi sembravano infiniti, enormi e soprattutto ritenevo che leggerli fosse una gran perdita di tempo.
Ve lo sareste mai aspettati da me? Probabilmente no. In seconda media cambiai insegnante di italiano, arrivò una docente piuttosto preparata ma molto severa e antipatica, una di quelle insegnanti che definiremmo di vecchio stampo. Costrinse tutti gli studenti ad andare nella biblioteca della scuola a prendere un libro da leggere e sul quale fare una relazione. Inizialmente la mia strategia fu di rimandare il più possibile il mio turno per prendere in prestito il libro, poi però quando fui proprio costretto andai in biblioteca, sommerso da tutti quei libri pensai che non sarei mai riuscito a leggerne davvero uno, tutto, dalla prima all’ultima pagina. Ma dovevo trovare una soluzione e mi venne in mente quello che starete pensando anche voi: prendere in prestito il libro più piccolo disponibile. Guardai minuziosamente tutti i libri, uno ad uno, girando tutta la biblioteca, e lo trovai: La fabbrica di Cioccolato!* mi sembrò subito il libro perfetto: era sottilissimo e io sono sempre stato un nutellomane. Non potevo scegliere di meglio. Eppure, benché fossi davanti a un libro che non poteva neanche fermare una porta per quanto era sottile, ero piuttosto preoccupato dal tempo che ci sarebbe voluto a leggerlo. Che poi, a 12 anni, cosa avevo da fare? Boh.
Riassunti online difficilmente si trovavano a quell’epoca, e quindi fui costretto ad armarmi di coraggio e aprire la prima pagina. Iniziai la lettura, e fu l’ultima volta che dovetti avere coraggio di leggere un libro: fu così scorrevole e piacevole che mi innamorai immediatamente della lettura. Mi sentì veramente stupido per non aver iniziato prima. Finì in un lampo di leggerlo, presentai la mia relazioncina e chiesi di poterne leggere un altro, andai subito in biblioteca e presi Il medico della mutua*, il romanzo che ispirò il film di Alberto Sordi. Di nuovo, fu un’esperienza meravigliosa leggerlo. A quel punto iniziai a comprare dei saggi per approfondire argomenti che mi interessavano, iniziai a chiedere in regalo per Natale dei libri, in particolare volevo un atlante di anatomia per imparare a memoria tutte le parti del corpo. Poi scoprì le biografie, e me ne innamorai.
Ciò che mi sconvolse fu rendermi conto che leggere un libro era tutt’altro che una perdita di tempo, al contrario era un meraviglioso acceleratore del tempo. Quando leggete una biografia di qualcuno, in una manciata di ore riuscite a raccogliere decenni di esperienza di vita, e questo è qualcosa di impagabile, non c’è un modo migliore di usare il tempo di leggere un buon libro. Quando si legge un saggio si riceve in dono il frutto del sapere di qualcuno che ha studiato a lungo un tema, e l’ha sapientemente condensato per noi. Quando si legge un romanzo si vaga, guidati dall’autore, alla scoperta della vita vista con gli occhi di qualcun altro che ci ha riflettuto a lungo. Leggere è una delle esperienze più belle che abbia fatto (e continuo a fare) nella vita, e nel tempo ho scoperto che lo è anche scrivere. Ma di questo ne parleremo un’altra volta.
Buona domenica
Gianluca
P.S. non voglio entrare in diatribe pedagogiche che non sono minimamente competente per affrontare, né voglio giustificare certi metodi coercitivi di insegnamento, ma voglio solo dire che talvolta anche esperienze difficili diventano un’occasione di crescere. Non sempre dobbiamo combattere le difficoltà, qualche volta possiamo anche assecondarle e vedere se ne esce qualcosa di buono. A me è successo, ed è stato bellissimo.
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