FELICITA SALA - le ali della libertà
Cos'ho imparato da un'illustratrice che fa come le pare
Felicita Sala é un’illustratrice nata a Roma ma vissuta in Australia fino al suo ritorno in Italia, intorno ai 25 anni. Lavora molto con Stati Uniti, Canada e Inghilterra, cioé con il mondo anglosassone. Diciamo che si trova più a suo agio con l’Inglese che con l’Italiano, perchè le scuole le ha frequentate proprio in lingua inglese. É un personaggio affascinante, perché appartiene a due mondi, a due lingue, a due culture, o forse molte più.
Felicita é una ragazza piena di vitalità, quasi ti spazza via con la sua energia. L’avevo già sentita parlare in un podcast, “The Illustration Department” di Giuseppe Castellano. Ti lascio il link in fondo alla pagina. Quando parla in Inglese sembra un’altra persona. Si sente questa convivenza di due anime dentro di lei. É bello parlare con Felicita, é una persona semplice, diretta, onesta. Mi dice che suo marito la invita spesso a trattenersi, che lei comincia a parlare e non la smette più. Ed infatti é cosí e mi piace un sacco. Indossa una maglia con una foto di Nick Cave, australiano anche lui, di cui é una grandissima fan, anzi mi dice che poi mi manda un link al suo blog che é bellissimo. Ti lascio più giù anche questo link.
Parliamo di Australia, di cucina, di tecniche d’illustrazione. E quasi sempre emerge un elemento: a Felicita stanno strette le regole, o anche le scelte definitive. Non le piace l’approccio del governo Australiano che di solito ha un forte controllo sulla popolazione, come si é visto nel periodo del COVID; ha vissuto tanto tempo in modo un pò nomade, prima di stabilirsi, di fermarsi in Italia e mettere su famiglia ed un lavoro più stabile. Ma quest’indipendenza vale anche nel modo di illustrare, nel modo di cucinare. Vale nel suo rapporto di odio e amore con gli editori anglosassoni, che spesso possono essere molto restrittivi sui contenuti e sulle forme della rappresentazione. A Felicita piace fare come le pare. Idealmente le piacerebbe dipingere grandi tele astratte, e pian piano cerca di portare quella libertà anche nello spazio più codificato delle sue illustrazioni.
Ecco, questo tema é sicuramente un tema importante anche per me. La libertà. Come illustratore mi pongo mille domande; magari mostro il mio portfolio a un illustratore esperto o partecipo a qualche concorso, e di ritorno ricevo commenti che mi innescano una serie di dubbi. Uno che mi fa incavolare é: ma queste illustrazioni non sono per bambini. Letteralmente! Il mondo dell’illustrazione mi sembra ancora molto contraddittorio e a volte rigido. É vero che si parla di editoria, quindi di prodotti, che vanno venduti, ma proprio qui emerge la contraddittorietà di questo mondo, a volte tirato dalle esigenze commerciali da una parte, e quelle artistiche dall’altra.
Io mi sono detto che devo fare come piace a me. Ma non per altro, semplicemente non funziono se non faccio cosí. Devo farlo per me, disegnare, dipingere come piace a me. Altrimenti che senso ha tutto questo?
Lo so. Facile a dirsi.
Comunque mi conforta non essere da solo. In parte, e forse mi sbaglio, ma anche Felicita mi sembra cerchi questo tipo di libertà. O almeno io l’ho capita cosí.
Appuntamento alla prossima settimana.
Grazie per continuare a seguirmi,
Alessandro
The Illustration Department Podcast - in Inglese