FRANCESCO POROLI - la fame
Cos'ho imparato da un illustratore che ha imparato a prendere l'iniziativa
Francesco Poroli é illustratore, art director, papá. É un illustratore che si occupa di qualcosa di diverso dagli illustratori che ho incontrato finora. Non si occupa di libri, ma di riviste, ma anche di copertine, manifesti pubblicitari, packaging, murales, arredo urbano e tanto tanto altro.
Quindi qui una tematica é: l’illustrazione più “commerciale” é diversa da quella dell’editoria “per l’infanzia” - e se sappiamo bene che gli albi illustrati NON sono solo libri per l’infanzia. É meno “nobile”? É meno poetica?
Sí infatti, inutile girarci intorno, prendiamo il toro per le corna e parliamone. Bé, senza farla troppo drammatica, diciamo che é vero, tante persone che ho sentito considerano l’illustrazione per i libri in qualche modo più elevata dell’illustrazione commerciale. Ora, io ti do il mio parere personale, quindi il mio pensiero vale per me, non ho nessuna pretesa di essere arrivato alla soluzione definitiva del dilemma. Io non ci credo a questa cosa della nobiltà dell’illustrazione per l’editoria, per i libri. Ci sono tanti, tantissimi libri illustrati, picturebooks, che hanno un approccio super commerciale. Appaiono sugli scaffali e scompaiono, se va bene, dopo tre mesi, e non se ne sa più niente. Le librerie, anche quelle indipendenti, sono piene di titoli passeggeri e per niente nobili, ma proprio no. Allo stesso tempo, é possibile trovare progetti nati per l’editoria più commerciale, che hanno uno spessore ed una complessità inaspettate.
Illustrazione é un pò tutto questo. Francesco Poroli, nell’intervista, ci racconta che invita i suoi studenti a non tagliare i ponti, non porsi limiti e non costruire confini troppo netti tra le varie possibilità dell’illustrazione. Che poi siano delle creature molto diverse, é indubbio, anche solo per i tempi: un’illustrazione per una rivista può essere richiesta a distanza di pochi giorni dal brief, quella per un giornale addirittura a distanza di poche ore, mentre per un picturebook ci possono volere mesi, anni, prima di completarlo. E ovviamente pensiamo anche alle differenze nella fruizione: l’immagine di un manifesto che vedi per strada la devi capire in una manciata di secondi, mentre quella di un libro hai tutto il tempo per guardarla e riguardarla con con tutta calma, anzi più tempo ci metti meglio é.
Ma non mi porto a casa solo questo dalla chiaccherata con Francesco: quello che voglio condividere con te é soprattutto l’emozione che mi ha dato ascoltare la storia di questo ragazzo un pò vinto, un pò sconfitto, che si ritrova a fare l’uomo delle pulizie e che però non molla, non si perde d’animo, coglie occasioni, contatta riviste, blog, si mette a scambiare email con personaggi conosciuti online, e attraverso la sua capacità di relazionarsi con gli altri riesce a cogliere delle opportunità che gli cambiano la vita.
Questa per me é una lezione fondamentale. E si tratta di fame. Di voglia, della necessità di spendersi, dare il tutto per tutto, correre rischi. Un illustratore che considero mio maestro una volta mi ha detto: “tu devi avere più fame””, devi avere fame per andare avanti, devi avere quella rabbia, io direi quella “cazzimma”, che ti porta a lasciare indietro le paure e i dubbi. Francesco aveva e credo continui ad avere quel tipo di fame.
Spero l’episodio di questa settimana ti sia piaciuto.
Ti lascio un pò di links relativi ai temi che abbiamo trattato in quest’episodio.
Grazie per seguirmi,
a presto!
Alessandro
il sito di Cale Bennett, l'art director del NYT magazine di cui parla Francesco
un bell'articolo su Campari e Leonetto Cappiello
qualcosa sui tram arancioni di Milano di cui parla Francesco