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E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
Giorni fa, chiacchierando con una collega, abbiamo tirato fuori il famoso discorso per il quale incontrare la persona giusta (o meno che sia) è una mera questione di casualità. Peraltro non sentivo quelle parole da anni. “Accadrà quando meno te l’aspetti” è, infatti, la frase mantra che mi ripetevano sempre amici già felicemente in coppia che, evidentemente, nella vita non hanno mai dovuto aspettare troppo.
Succede però che attendere pazientemente non sia più una strada troppo consigliata di questi tempi. In lavoro come in amore serve proattività, spiegano, ovvero quella propensione ad essere in costante movimento in cerca di qualcosa o qualcuno. Che sia un dating spinto, una discreta vita sociale oppure occasioni da crearci in cui potenzialmente incontrare qualcuno d’interessante. O che possa almeno essere prontamente utilizzato come rapida risposta alla domanda: “Beh esci con qualcuno?”
Tra le più gettonate durante colazioni e aperitivi con amici sempre più desaparecidos, è peraltro una delle poche domande che negli anni mi ha messo terribilmente a disagio, facendomi dubitare di tutto e di me stessa e costringendomi a una risposta vera quanto scarna: “No.”
Solo che poi ti senti quasi in obbligo di aggiungere altro, parole che diventano orpelli inutili ma necessari per la sopravvivenza della conversazione durante il caffè. E allora provi a spiegare, mentendo, che sei in una fase della tua vita in cui sei molto concentrata su te stessa, sul lavoro, sul tuo benessere. Tasselli di un percorso obbligato al fine di essere nella miglior forma psico-fisica per quando deciderai che si, vorrai uscire con qualcuno.
Sono chiaramente tutte bugie (bianche). La verità è che gli amici, in coppia o sposati, hanno questa percezione di noi single come di creature mistiche che vivono in un mondo edonistico dove, in pratica, viviamo guidati dalla massima libertà possibile. Un mondo dove tutto è concesso, dove i colori sono più vividi, i suoni altissimi e il dating (così come il sesso) sempre particolarmente pirotecnico.
Proiettano su di noi una vita che in passato hanno vissuto, o forse solo immaginato, ma che sicuramente risulta essere ai loro occhi molto più eccitante della loro attuale quotidianità. Così si concedono un secondo di trasgressione, seppur mentale, nel momento esatto in cui favoleggiano sul nostro privato.
Ecco perché quel semplice “No” necessita di un po’ di contesto, di un po’ di dettagli utili per spiegare alle persone impegnate come mai non rientriamo nel loro stereotipo di single impenitente. “Sono concentrata su me stessa e sul lavoro” è stata la mia frase passepartout per anni anche per questo motivo. Una sorta di giustificazione alla mia totale inattività relazionale, alla mia incapacità di adattarmi alle regole del gioco del dating. Ma anche un modo per anticipare la loro stessa risposta secondo la quale, se non sei impegnata attivamente nel trovare qualcuno allora è perché sei presa necessariamente da altro.
C’è questo pezzo molto illuminante che, giustamente, spiega come sia inconcepibile per una persona impegnata ipotizzare che una single semplicemente possa fare assolutamente nulla. Niente vita entusiasmante, niente one night stand, niente appuntamenti continui, niente ricerche estenuanti di un potenziale partner.
Nulla di nulla.
“L'idea sbagliata comune è che l'essere single sia qualcosa di più che non stare semplicemente con qualcuno.”
L’autrice spiega come questa concezione sia rafforzata proprio dall’idea che un single, in quanto tale, se non sta uscendo con nessuno è solo perché al momento è più interessato alla carriera o al prendersi cura di sé.
Questa categorizzazione bianco o nero così netta annienta quella scala di grigi dove convivono le persone che, come me, semplicemente sono in una fase (che sia più o meno lunga non sta a noi stabilirlo) in cui non hanno voglia di far nulla.
In una società che ci impone di essere sempre più iper performanti, la pigrizia è probabilmente il peggiore dei peccati ma anche il più grande dei piaceri.
E così, piuttosto che ammettere che non abbiamo minimamente voglia di uscire con l’ennesimo estraneo e che nei week-end anche noi single vorremmo solo vegetare sul letto senza troppi contatti con l’esterno (e lo facciamo), ci ritroviamo ad inventare improbabili viaggi spirituali alla ricerca di noi stessi.
Per rafforzare questo pensiero, ho anche pensato bene di fare per la prima volta un abbonamento annuale in un centro sportivo con piscina. Per avvicinarmi sempre più al role model della single perfetta che la società c’impone, capace d’incastrare quotidianamente un’intera vita in 24 ore di pura socialità e commitment. Ma soprattutto perché ad agosto sono stata talmente male per il caldo che ho pensato bene di portarmi avanti per l’estate 2024.
È stato il mio atto di proattività, un modo per anticipare quel famoso “arriverà quando meno te l’aspetti” che nel mio caso ha avuto le fattezze di un climatizzatore rotto da metà luglio e senza possibilità d’appello.
Basterebbe lasciarsi guidare dal Jep Gambardella de La Grande Bellezza e ricordarmi che “non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.” Come sentirmi in difetto perché non ho una vita attiva alla Sex&TheCity. Come trovare scuse al mio dating inesistente. Come giustificarmi costantemente di quello che (non) faccio.
Difendendo questa nostra essenza alla Medio(wo)man che contraddistingue tanti single, senza la smania di una vita alla Carrie Bradshow & co. o senza l’ansia di dover dimostrare che, sì, ce la stiamo mettendo tutta per mettere un punto a questo nostro stato civile così precario.
Difendendo il nostro sacrosanto diritto a non fare nulla. Quantomeno nei giorni liberi dal corso in palestra.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Deborah Way è l’ex vicedirettrice di O, The Oprah Magazine nonché ideatrice di
un progetto di memorie e ricordi su Instagram e Substack che racconta storie di persone care scomparse ispirate alle cose che si sono lasciate alle spalle e che altri hanno conservato. È una newsletter bellissima che ti consiglio caldamente di leggere.Questo è il suo Modern Love che unisce un grande amore, il Messico e un pollo. Un pollo vero. Tre punti che si uniscono e ci ricordano che siamo noi gli unici veri padroni del nostro destino.
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Per anni ci è stato fatto credere che è essenziale avere interessi comuni con il proprio partner, ma quanto è davvero importante? La regola dei poli opposti può ancora valere?
Cosa vogliono le donne quando pagano per il sesso? Secondo Dan Moon aka Mitch Larsson la risposta è molto semplice e lo spiega in questa intervista e nel suo libro autobiografico “Time For Her: A Memoir of True Romance” in cui racconta i suoi quattro anni di lavoro come sex worker. Spoiler: c’è molto di più di quello che possiamo superficialmente pensare. Un bel pezzo da leggere.
È stata probabilmente una delle storie più surreali di questi giorni. Parlo dell’appuntamento tra due ragazzi a NYC, finito con lui che ruba a lei le sue Tabi, la scarpa iconica di Maison Margiela. Lei racconta la storia su Tik Tok e si scopre che quelle scarpe lui le aveva già prontamente regalate alla sua ragazza. Salvo poi restituirle alla legittima proprietaria. Intreccio complesso a parte, questa è solo una delle tante storie surreali del dating che su Tik Tok rientrano sotto un hashtag ben preciso: #TinderHorrorStory.
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti per sembrare degli alternativi consumati
Priscilla era probabilmente uno dei film più attesi della Mostra del Cinema di Venezia. Vuoi perché racconta il lato B di Elvis, dopo il recente film omonimo di Baz Luhrmann, ovvero quello della moglie Priscilla Presly. Vuoi perché segna il ritorno di Sofia Coppola e della sua cifra stilista così riconoscibile e unica. In attesa di vederlo nelle sale italiane (l’uscita non è ancora stata resa nota) qui una bella recensione del film e di quello che rappresenta: “la storia di una ragazzina che si tramutava in una donna scoprendo la spietatezza delle illusioni, la fine delle fiabe, il diventare madre e l’abbandono definitivo del sogno della giovinezza, per accettare finalmente ciò che resta.”