INTRO
La favola racconta di tre porcellini che decidono di costruirsi una casa ciascuno.
Il primo, ozioso e vagabondo, costruisce la casa più in fretta di tutti, utilizzando della paglia.
Il secondo, anch'esso pigro, decide di costruirsi il suo alloggio con delle assi di legno, e in breve tempo termina il lavoro.
L'ultimo, astuto e paziente, si costruisce la casa con cemento e mattoni, per renderla più resistente.
Un giorno, però, un lupo affamato trova i tre porcellini.La casa di paglia del primo porcellino viene soffiata via dal lupo, che lo divora.
Stessa sorte per il secondo, la sua casetta di legno regge inizialmente, ma alla fine crolla sotto il potente soffio del lupo, che si mangia anche il secondo dei tre fratelli.
Si dirige così alla casa di mattoni del porcellino più saggio, ma è così robusta che non cade.
Nella realtà, il terzo porcellino non è quello più saggio, ma quello più ricco, che può permettersi di acquistare o di accendere un mutuo per una casa solida.
Il secondo porcellino è quello che riesce a pagare un affitto sufficiente ad avere un giaciglio su cui dormire, almeno finché il proprietario non decide di sfrattarlo.
Il terzo porcellino è uno dei tantissimi senzatetto costretti a vivere sui marciapiedi delle nostre città.
Il lupo cattivo, inutile che ve lo dica, è il capitalismo.
BURNING DOWN THE HOUSE
La questione abitativa, o per meglio dire, il fatto che gli affitti delle case siano diventati insostenibili per chi quelle case dovrebbe abitarle, è un problema globale. Negli Stati Uniti lo è soprattutto nella città di Los Angeles, dove però, come spiegato in questa inchiesta di ProPublica, oltre al danno si è aggiunta la beffa.
L’amministrazione di L.A. aveva promesso di preservare le abitazioni a basso costo, tuttavia le case degli inquilini più bisognosi sono state trasformate lo stesso in camere d'albergo.La città di Los Angeles aveva approvato nel 2008 un’ordinanza comunale con l’obiettivo di proteggere gli alberghi residenziali come l'American, in grado di offrire piccoli alloggi e monolocali che spesso hanno rappresentato l'unica soluzione abitativa accessibile per anziani, disabili e persone a basso reddito.
Tuttavia, Capital & Main e ProPublica hanno scoperto che 21 di tali edifici, incluso l'American, hanno cominciato a offrire quegli alloggi ai turisti. Quando l'American Hotel, che offriva affitti a lungo termine abbordabili ai suoi inquilini, è stato convertito in un hotel per turisti, i suoi residenti hanno perso non solo la loro abitazione, ma anche la comunità creativa che prosperava nell'iconico edificio.
Foto da “Home-less design”, di Elisabetta Castellari, in MARLA - Le città invivibili
Non sorprende che il numero dei senza tetto sia in drammatico aumento negli Stati Uniti, come riporta il Wall Street Journal in un articolo pubblicato di recente.
“L'aumento dei costi abitativi e la limitata disponibilità di appartamenti accessibili sono i principali fattori che contribuiscono alla homelessness in tutto il paese. Nell'area di Phoenix, dove secondo i dati di un osservatorio locale i prezzi degli affitti degli appartamenti sono aumentati del 68% tra il 2017 e il 2022, la contea di Maricopa ha registrato un aumento dell'homelessness del 7%. Ciò è dovuto anche all’aumento di posti letto in strutture di accoglienza nella zona: le persone nelle strutture di accoglienza sono più facili da contare rispetto a coloro che vivono per strada”.
Il mondo dei senza tetto è purtroppo un mondo invisibile, anche se lo abbiamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi.
L’Italia non è affatto immune al problema abitativo, anzi, la situazione sembra in continuo peggioramento. A soffrirne sono anche gli studenti costretti a trasferirsi in altre città per studiare.
Come scrivono Laura Carrer e Matteo Civillini nella loro inchiesta pubblicata da IrpiMedia, “entro il 2026, data in cui scadrà il Recovery Fund, i posti letto per studenti universitari dovranno passare da 40.000 a 105.500, grazie all’intervento di costruttori privati sovvenzionati con 960 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La Commissione avrebbe scoperto errori grossolani nella documentazione fornita (numeri di matricola sbagliati degli studenti beneficiari, numeri civici errati in qualche indirizzo delle residenze, strutture già adibite ad alloggi per studenti). I funzionari di Bruxelles avrebbero dubbi anche sui cambi di destinazione d’uso vincolanti di alcuni immobili, per esempio trasformati da hotel a studentati”.
BURNING DOWN THE PLANET
Quanto siano importanti i fiumi lo riscopriamo durante i sempre più frequenti periodi di siccità, quando osserviamo i loro letti completamente asciutti e ci chiediamo come sia stato possibile arrivare a questo punto.
Dal disastro climatico non si salva neanche il Po, al centro di un enorme investimento per la sua “rinaturazione”, che però fa acqua da tutte le parti (perdonateci il gioco di parole).Come rivela l’inchiesta di Chiara Spallino e Stefano Nicoli, scaturita dal corso di giornalismo ambientale che abbiamo organizzato a gennaio e pubblicata da IrpiMedia, “nonostante l’urgenza del tema, il progetto previsto dal Pnrr sembra arrancare, lontano dai riflettori della cronaca e dalla percezione delle persone. La trasparenza sull’avanzamento delle azioni è scarsa, mentre a livello locale si moltiplicano le critiche da parte di ambientalisti e amministratori, che hanno espresso più volte insoddisfazione riguardo al contenuto del progetto e alle modalità scelte per condividerlo con la popolazione”.
Tra le cause del disastro climatico a cui stiamo assistendo vanno sicuramente iscritti l’agricoltura e gli allevamenti intensivi, checché ne pensi Elon Musk.
Purtroppo, come ha spiegato la giornalista Sophie Kevany a Vox, è molto complicato calcolarne il reale impatto, per via di un misto di disinformazione e di dati sottostimati nelle dichiarazioni dei soggetti implicati.
Ad esempio, negli ultimi anni, l'industria della carne bovina ha utilizzato un metodo ingannevole per calcolare l'impatto del riscaldamento provocato dal metano, un gas serra altamente potente emesso dalle mucche. "È l'industria della carne che sceglie metriche che riducono la stima del loro impatto", ha detto Drew Shindell, professore di scienze della Terra presso l'Università Duke.
Manifesto affisso da OilyFans, Londra
Come riporta Global Witness, OilyFans è una nuova campagna basata su manifesti pubblicitari satirici, lanciata nel Regno Unito per prendere di mira le grandi multinazionali del settore estrattivo che tanti danni fanno al pianeta, ma che allo stesso tempo tanti soldi portano nelle tasche dei loro manager.
L’affissione dei manifesti è stata fatta a Londra in un momento cruciale, a pochi giorni dall’annuncio ufficiale dei profitti del secondo trimestre di BP, con l’obiettivo di attirare l'attenzione sulle disuguaglianze economiche causate dall'industria dei combustibili fossili e di provare ad aprire una discussione in merito.
BURNING DOWN THE PLATFORMS
Il mese di luglio ha visto approdare Threads sulle piattaforme di marketplace statunitensi – ma quali sono le implicazioni a livello di privacy, e perché l’app non è ancora disponibile in Italia (e in Europa)?
Le risposte alle due domande sono direttamente correlate: Meta (la casa produttrice, ex-Facebook) attende la decisione della Commissione Europea, il braccio esecutivo dell’Unione Europea che, dalla sua, ha già tentennato per via del Digital Markets Act.
Quest’ultimo definisce le modalità di acquisizione dei dati personali accettabili sul continente – modalità che Threads, per il momento, sembra non rispettare.La nuova creatura di Zuckerberg raccoglie dati relativi alla salute dell’utente, alla sua condizione economica, all’orientamento sessuale, etnia, religione, vedute politiche e condizione lavorativa. Si aggiungono poi gli accessi alla location, alla cronologia e altre informazioni sensibili, che Meta si dichiara disponibile a distribuire a terze parti.
Non che Instagram sappia fare di meglio: Legal Lullabies è una ninnananna composta utilizzando i termini di utilizzo del social media più popolare del momento. Spoiler: ci si addormenta prima che la lettura sia completa.
Cosa succede invece in Canada? Il protagonista è sempre lui, il colosso big-tech di Mr. Zuck. A fine giugno, Meta ha confermato ufficialmente che le notizie non saranno più disponibili sulle sue piattaforme, Facebook e Instagram, a partire dall’entrata in vigore dell’Online News Act (Bill C-18).
Il decreto è stato varato in seguito alle proteste delle case editrici locali, che lamentavano una diminuzione nei guadagni provenienti dalla pubblicità.
Meta e Google sarebbero infatti i maggiori beneficiari degli ads distribuiti sulle piattaforme, sulle quali, inoltre, gli utenti sarebbero più soliti leggere gli articoli (a svantaggio di abbonamenti digitali o cartacei). Si tratta di un’annosa questione, che il Canada ha deciso di risolvere in questo modo.
Dal canto suo, la Russia si sta mobilitando per far sì che certe notizie non raggiungano mai i suoi cittadini. Il nuovo spyware, di cui ci parla il New York Times, sarebbe in grado di determinare quando le persone inviano dati o parlano su canali criptati, come Signal, WhatsApp e Telegram.
Queste tecnologie, volte a monitorare scambi “sospetti” di informazioni, possono anche sottrarre le password da piattaforme non criptate e facilitare le autorità russe nell’utilizzo di telefoni cellulari per sorvegliare i movimenti degli utenti.
Mentre i nuovi strumenti non consentono alle autorità di leggere il contenuto specifico delle email crittografate, possono aiutarle a individuare le identità di coloro che utilizzano i dispositivi. Ciò rende più facile per i servizi di sicurezza individuare le persone ai fini di un controllo ancora più stringente.
Artworks di:
Immagini:
Life on Mars, David Bowie (Mick Rock, 1971)
Proteste studenti caro affitti, Milano 2023
Martin Parr (Tokyo, Japan, C.1998) + Melting Away - Foe (Friends of the Earth Uk)
L'heure de la sortie (Sébastien Marnier, 2018)
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