INTRO
Nella primavera del 1995 David Foster Wallace salì sulla nave da crociera per un tour dei Caraibi, sapendo di andare incontro ad un’esperienza certamente divertente, ma soprattutto ridicola e grottesca, da raccontare in seguito su Harper’s Magazine.
Quello che non poteva però immaginare è il livello di grottesco che quel tipo di esperienza ha raggiunto a quasi 30 anni di distanza dal suo viaggio.
La Royal Caribbean ha appena varato una nave capace di ospitare oltre 7.000 turisti divisi su 20 ponti, con 7 piscine a disposizione, oltre “alla cascata più alta, lo scivolo d'acqua più alto, il parco acquatico più grande e la prima piscina sospesa di qualsiasi nave", per citare le parole dell’armatore.
Mentre le navi da crociera si ingrossano, la calotta polare si restringe invece sempre di più, anche a causa dell’inquinamento provocato da quegli insensati giganti che solcano mari e oceani.
Il ghiaccio artico si fa sempre più sottile e in alcuni mesi è addirittura inesistente, i pochi orsi polari sopravvissuti aspettano il passaggio dei turisti alle Svalbard per guardare in faccia i propri carnefici, merluzzi e altri pesci cambiano mari in cerca di acque meno calde, i cinesi tutti contenti contano i giorni che le loro navi container risparmieranno “tagliando” per il Polo.
Forse ci conviene smettere di tifare asteroide e riporre le speranze in qualche solido iceberg.
STOLEN GOODS
Kiro è un brand egiziano di gioielli, cosa c’entra con MARLA?
C’entra, perché ci è piacitua la campagna per una nuova linea di braccialetti lanciata in occasione delle celebrazioni per l'indipendenza dall’impero britannico.
Quale modo migliore se non andare al museo degli artefatti rubati per eccellenza, applicare dei post-it su alcune delle opere portate via dagli ex colonizzatori e filmare tutto?
Stiamo parlando del British Museuem, ovviamente.
ARRIVA LA MAREA
Gli abitanti di Saint-Malo sono abituati da sempre alla potenza delle maree, con le acque della Manica spinte dai venti occidentali che si schiantano contro il molo, creando delle incredibili onde che colpiscono le facciate degli edifici sul lungomare.
Al culmine dell'alta marea, la spinta è così forte che l'acqua passa sopra agli edifici, talvolta travolgendo gli imprudenti che si sono avvicinati troppo e finisce la sua corsa nelle strade sottostanti.
Questi eventi stanno però diventando sempre più frequenti e violenti, come spiega Le Monde, e l’innalzamento del mare rischia di sprofondare la città francese, proprio come sta accadendo a Venezia.
"Da alcuni anni il mare supera molto più spesso e facilmente il molo, e i danni sono molto più frequenti", osserva Gilles Lurton, sindaco di Saint-Malo.
Di fronte al pericolo, il sindaco annuncia addirittura, entro un anno, "un'esercitazione di evacuazione su larga scala per allerta da sommersione".
UNA COSA DIVERTENTE CHE…
Le navi da crociera sono tra i peggiori nemici dell’ambiente. Secondo Friends of the Earth danneggiano tutto ciò che si trova nel loro percorso quando scaricano rifiuti tossici in acqua, inquinano l'aria con emissioni di carbonio e uccidono la fauna marina.
Eppure il business è troppo ricco per essere messo da parte, ecco quindi che Royal Caribbean vara il suo nuovo gioiello, Icon of the Seas, la nave da crociera più grande al mondo, in grado di ospitare 5.610 passeggeri e 2.350 membri dell’equipaggio.
Anche se il comunicato ufficiale della società è pieno di richiami alla “sostenibilità” e sottolinea l’attenzione per l’ambiente, non lasciatevi ingannare.
Le navi continuano a bruciare carburante pesante, a scaricare rifiuti in mare e ad ostacolare una reale transizione verso una società meno inquinante e davvero più sostenibile.
YASUNI
Come riporta AGI, l'Ecuador ha stabilito un precedente mondiale, decidendo con un referendum di fermare lo sfruttamento del petrolio da uno dei suoi più grandi giacimenti, situato nel Parco Nazionale Yasuni, che è considerato il cuore dell'Amazzonia ecuadoriana e uno degli epicentri mondiali della biodiversità.
Il risultato costituisce un clamoroso trionfo per Yasunidos, il gruppo ambientalista che ha promosso la consultazione nazionale con l'obiettivo dichiarato di proteggere Yasuni, un'area estremamente sensibile a qualsiasi fuoriuscita di petrolio, e anche le popolazioni indigene che vivono nel Parco nazionale.
Con questo risultato si apre un periodo di incertezza per il Paese, che dovrà fare a meno di un giacimento dove vengono prodotti 55 mila barili di petrolio al giorno, pari all'11% della produzione nazionale di greggio, uno dei grandi pilastri dell'economia ecuadoriana.
In compenso, questa decisione eviterà il ripetersi anche in Ecuador di disastri ambientali causati dalle multinazionali dell’Oil & Gas, come quelli accaduti in Gabon di cui abbiamo raccontato due numeri fa.
DATA WAR IS…
La guerra in Ucraina ha aperto la porta al mercato più importante del XXI secolo, il mercato dei dati.
Come riporta Wired, l’obiettivo principale di tante aziende informatiche che si sono offerte di appoggiare militarmente Zelensky non è tanto quello di guadagnare dalla vendita dei propri prodotti – parliamo soprattutto dei software impiegati negli armamenti – quanto dalla quantità di dati raccolta dai suddetti devices.
Il settore del warfare, valutato globalmente centinaia di miliardi ogni anno (trend in crescita), è tra i più fruttiferi dell’industria mondiale e conoscere in anticipo le dinamiche della «guerra di domani» rappresenta un vantaggio incalcolabile.
Per le imprese che vogliono costruire la prossima generazione di armi, o allenare sistemi AI utili nei conflitti futuri, essere presenti sul campo è fondamentale.
«Tutti potrebbero avere lo stesso motore AI. L'unico fattore di differenziazione ora è quanto sono buoni gli input di dati raccolti – afferma un imprenditore canadese nell’intervista – È prioritario assicurarsi che siano sensori proprietari a raccogliere questi dati e a inserirli nel software aziendale».
…TODAY’S WAR
La guerra di domani in realtà è già la guerra di oggi. Le armi autonome – pilotate da AI – sono infatti già in uso da un po’ di tempo (si ricordi l’episodio della Libia, nel 2020), anche se per ora la maggior parte delle grandi potenze mondiali si limiterebbe alla sola ricerca e non all’impiego sul campo.
Ci crediamo? Facciamo finta di sì, e spostiamoci dunque laddove vengono svolti i test veri e propri.
Alla base dell’Air Force di Eglin, in Florida, un drone XQ-58A Valkyrie della Kratos ha portato a termine in autonomia una simulazione di volo della durata di tre ore – senza equipaggio a bordo, senza pilota umano.
Sarebbe stato infatti un algoritmo a comandare i movimenti del drone, a distanza, risolvendo addirittura un problema tattico durante il volo.
Il drone da combattimento è progettato per fare da “spalla” a un aereo-madre, ma è comunque in grado di selezionare target e sganciare missili.
Nonostante il Dipartimento della Difesa USA continui a rassicurare gli scettici dichiarandosi «attento all’uso responsabile dell’intelligenza artificiale», è disposto a proseguire con la ricerca su quelli che organizzazioni come Human Rights Watch hanno definito killer robots.
Per il programma CCA (Collaborative Combat Aircraft) l'Air Force ha pianificato investimenti fino a 6 miliardi di dollari tra il 2024 e il 2028, al fine di «prepararsi a un potenziale conflitto con avversari avanzati».
SHŌU HUÍ NǏ DE LIǍN
A proposito di avversari USA… A inizio agosto, la Cina ha rilasciato una bozza di legge che prevede restrizioni per aziende/privati nell’utilizzo dei sistemi di riconoscimento biometrico.
La Cyberspace Administration di Pechino propone ad aeroporti, hotel, stazioni, banche, stadi, sale espositive e altre strutture commerciali di evitare il riconoscimento facciale per l’identificazione personale, a meno che non sia esplicitamente richiesto dalla legge.
La bozza di legge è modificabile fino al 6 settembre. La sua entrata in vigore potrebbe essere significativa, perché lo Stato cinese è solito servirsi dei dati raccolti dalle stesse aziende per identificare, controllare e sorvegliare i propri cittadini.
Sembrerebbe uno step verso controlli meno stringenti, specialmente per chi viaggia. Le camere d'albergo, i bagni pubblici, gli spogliatoi e i bagni, stando alla proposta, non dovranno più installare devices per la raccolta biometrica di immagini o di dati personali.
FACTS ARE FACTS. FICTION IS FICTION
Ogni 182 grammi di Barbie causano circa 660 grammi di emissioni di carbonio, tra produzione della plastica, fabbricazione e trasporto. Ogni anno vengono vendute 60 milioni di bambole Barbie.
Nel 2017, le crociere di lusso di proprietà di Carnival Corporation & PLC hanno emesso 10 volte più ossido di zolfo nei mari europei rispetto a tutti i veicoli passeggeri d'Europa, che superano i 260 milioni.
Gli incendi in Canada di quest’estate hanno bruciato fino ad ora circa 34 mila acri di boschi, più o meno un’estensione equivalente a quella dell’Alabama.
99 (%): la percentuale di popolazione globale che respira aria inquinata, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le morti premature per inquinamento dell’aria sarebbero 7 milioni all’anno.
0 (zero): il numero di fratini rimasti a Rimini. L’ultimo esemplare è morto di stenti dopo un maxi concerto in spiaggia.
[GreenMe]
Artworks di:
+ Screenshot da Google Map “Yasuni”
+ Immagine generata da Midjourney. Prompt: “a plastic barbie doll driving a pink air drone over a bombed city”
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