"Hai mangiato, a papà?"
Questa settimana: il governo si è inguaiato con la storia delle famiglie omogenitoriali e non sa ancora quanto, un allenamento a centrare il punto, un podcast e le date dei prossimi incontri.
Ho una teoria, non so quanto fondata, ma comunque eccola qua.
Sabato scorso, a Milano, le famiglie arcobaleno (vale a dire le famiglie omogenitoriali) hanno riempito piazza della Scala. Tempo richiesto per mettere insieme la manifestazione: 48 ore. Attenzione mediatica: altissima. Presenze: intorno alle 10.000 persone. Motivo: la circolare del ministro dell’Interno che revocava la trascrizione dei certificati di filiazione per i figli delle coppie omosessuali. Milano, essendo Milano (e avendo tanti difetti, ma non quello di essere poco LGBTQ-friendly) era all’avanguardia su quel fronte, avendo recepito in maniera autonoma l’indicazione dell’Unione europea circa il trattamento da riservare a questi bambini, che devono essere riconosciuti al pari di tutti gli altri. Insomma, Piantedosi fa uscire questa circolare ignobile con cui stabilisce che questi bambini non sono più legalmente figli di chi li ha riconosciuti.
L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di scoraggiare il ricorso alla GPA, la gestazione per altri, che per ora si può ottenere solo all’estero, e che è utilizzata a larga maggioranza da coppie eterosessuali. La circolare riguarda però solo le coppie omosessuali, che sono una parte minoritaria di quelle che ricorrono a questa pratica. Le coppie gay che cercano un figlio sono circa il 10% del totale, mentre il restante 90% sono coppie di lesbiche che ricorrono per lo più alla fecondazione eterologa, e che tuttavia sono state colpite dal provvedimento. I bambini ci vanno di mezzo a tappeto, unica discriminante: il sesso dei genitori. Le coppie etero che hanno fatto ricorso alla GPA sono in salvo, e così i loro figli. Non danno certo nell’occhio.
La mia teoria è questa: chi vive nella bolla di estrema destra conservatrice pensa davvero che queste coppie abbiano “comprato” i figli “per egoismo”, come si compra un cane di razza o un qualsiasi altro oggetto che serva da indicatore del proprio status sociale. Gli ultraconservatori pensano che questi bambini siano stati letteralmente acquistati al mercato, senza pensarci, da coppie di persone ricche e capricciose, determinate ad aggirare “la natura”, e che quindi nutrono per questi figli un interesse e un attaccamento minore rispetto alle coppie eterosessuali. Non mi interessa in questo punto contrastare questa narrativa, solo metterla sul tavolo, cucendo insieme le varie dichiarazioni fatte nel tempo da chi si è opposto al riconoscimento della genitorialità omosessuale e alla stepchild adoption. L’omofobia è anche questo: pensare che le coppie di gay e lesbiche siano coppie incomplete, emotivamente manchevoli, affette da un vizio di fondo che rende il loro amore diverso da quello delle coppie etero, e il loro desiderio di farsi famiglia artefatto e monco.
Ci sta, quindi, che il governo sottovaluti la ferocia con cui queste mamme e papà italiani sono disposti a combattere per i loro figli. Sono italiani, santa pazienza. Gente che “Hai mangiato, a papà?” e “Copriti bene che sennò prendi un colpo d’aria”. Sono a loro volta figli di una società in cui la famiglia d’origine, i genitori, sono il centro della vita molto più a lungo che nella maggior parte dei paesi occidentali. Sono famiglie con amici, reti sociali, affetti. Quella rete di affetti è andata in piazza con loro ed è pronta a dare battaglia insieme a loro.
Senza quella circolare, la situazione delle famiglie omogenitoriali sarebbe stata comunque complicata, perché a livello nazionale ancora non esistono. Milano, in stile città-stato, aveva fatto le sue regole: sul suo territorio, le famiglie con due mamme o due papà erano uguali a tutte le altre, e così i loro figli. Questo rende la città attraente, mentre il resto del paese, in media, non lo è. In Italia, il pieno riconoscimento di questi bambini è effettuato a macchia di leopardo: non essendo legge nazionale, diventa provvedimento locale, ed è pertanto molto fragile. Lasciare tutto come stava, per Piantedosi e la collega Roccella (che è la mente dietro questo assalto, mi ci gioco quello che volete: mai visto tanta malvagità concentrata in una persona così piccola), sarebbe stato più conveniente: meno attenzione sul tema, meno gente ci pensa, rimane tutto come sta e diventa il problema di qualcun altro. Ha funzionato benissimo per il PD, figuriamoci se non avrebbe funzionato anche per loro.
Se pensavano che questo atto di crudeltà sarebbe passato inosservato perché le famiglie arcobaleno non daranno battaglia, pensavano male. Cutro è stato il primo errore grave del governo: hanno ritenuto che lasciar morire la gente in mare avrebbe accresciuto i loro consensi, invece li sta facendo diminuire. I bambini non si toccano, appunto, e vederli tornare a riva cadaveri non fa una bella impressione (se non appunto, ai fanatici, che sono una minoranza del loro elettorato. E dovremmo parlare, magari in un’altra sede, di che persone bisogna essere per cercare il voto degli psicopatici). Ora questo: nella popolazione generale la genitorialità omosessuale ha smesso da un pezzo di dare scandalo. Tiziano Ferro ha due figli col marito? Cinque minuti di oooh, aaah, e si pensa ad altro. Gianna Nannini sta crescendo Penelope con la compagna? Ah, ok, quale sarebbe la notizia?
La circolare di Piantedosi rende la vita più difficile alle famiglie che attacca e ai loro figli, ma ha anche offerto il gancio per una battaglia per i diritti che passa anche per la visibilità, il racconto di questi figli, che ormai sono adulti e possono anche parlare di sé in un modo che era impensabile anche solo dieci o vent’anni fa. E ovviamente in piazza c’era l’opposizione, inclusa la segretaria Schlein e tutta quella parte del PD - che ora guida il partito, forte del mandato degli elettori - che ha sempre sostenuto che i diritti civili e i diritti sociali non sono separati, e cosa c’è di più sociale che essere legalmente figli dei genitori che ci hanno cresciuti, nipoti dei nostri nonni e dei nostri zii?
Il mondo è andato avanti; la destra, come al solito è rimasta indietro. Agli italiani puoi toccare tutto, tranne il cibo e i figli: Piantedosi ha toccato i figli. È mò so’ cazzi sua.
La difficoltà di centrare il punto
Avrete visto Sgarbi che a Domenica In nel giorno della festa del papà dà della troia alla figlia che gli sta seduta accanto. Sorvolando sulla quantità di analisi che deve servire per essere figlia di Sgarbi, le reazioni a questo episodio sono state in buona parte del tutto strabiche. No, il problema non è la televisione (e non ce ne frega niente di quelli che dicono, con sussiego, di non averla in casa: non ce ne fregava niente negli anni ‘90 e non ce ne frega niente adesso). Il problema è che Vittorio Sgarbi detiene una quantità record di incarichi pubblici, fra cui un sottosegretariato alla Cultura conferitogli dal governo Meloni, e porta la sua misoginia - esplicita, dichiarata, mai celata - in tutti gli ambiti in cui opera. Sgarbi viene premiato, non sanzionato, per l’odio viscerale che manifesta nei confronti delle donne, delle minoranze, delle persone LGBTQ. Questo è il problema, non la televisione, Mara Venier o gli spettatori. Sgarbi è la manifestazione rumorosa delle discriminazioni silenziose operate da quelli che gli somigliano. Un uomo che sa agganciarsi al potere di chi lo circonda e che senza quel potere non conta nulla, ma che viene sempre recuperato, riabilitato e messo in condizione di continuare a nuocere con la scusa della sua superiore conoscenza dell’arte. Gli esperti a disposizione sono quelli che sono.
Questo intendo, per “centrare il punto”: allontanarci di qualche passo e vedere il quadro generale. Nel contesto della classe dirigente fornita dalla destra, Sgarbi non è un’anomalia. È solo il mestiere che esercita da decenni, quello di opinionista violento alla televisione, a renderlo più visibile e a dare l’impressione che sia peggiore degli altri, quelli che davanti alle sue esternazioni tacciono, complici, perché se proprio non le condividono non le ritengono comunque rilevanti. La misoginia non viene percepita, e se viene percepita è ritenuta del tutto accettabile. Questi siedono dentro i ministeri, nei posti di potere, e ci odiano da lì, qualcuno con più audacia, qualcuno meno. Il fatto di essere guidati da una donna non cambia la sostanza del loro odio: il misogino farà sempre eccezioni, ci saranno sempre delle donne che ritiene degne e che usa come riferimento per riversare il suo disprezzo sulle altre.
Chissà in che punto la direzione di Grazia comincerà a rendersi conto di quanto aveva torto a dare a Giorgia Meloni la copertina del giornale. Se non lo sapevano prima (heh), adesso è proprio ovvio. Un femminile ha dato la copertina a una donna che disprezza le altre donne, rifiuta di riconoscere la specificità (e le difficoltà) dell’esperienza femminile del mondo, e lavora per renderci la vita il più difficile possibile, anche attraverso queste nomine.
Una nuova newsletter da seguire
La mia amica
adora smontare le storie, vedere come funzionano, e insegnare alle persone come crearle (in ogni ambito). Ha appena lanciato una nuova newsletter, , e questo è il primo post. Contiene un intervento di un’altra mia amica del cuore, Marina Pierri, per cui la condivido con una certa emozione.Podcast della settimana
Ogni tanto mi piace avventurarmi oltre il confine un po’ ripetitivo dei miei ascolti. Nel fine settimana ho scoperto (un po’ per caso, gironzolando fra le proposte di Spotify) Ti scorderai di me, un podcast di Paolo Buzzoni e Giovanni Savarese con Sergio Ramazzotti. È la storia di un viaggio, anzi di due: quello di Sergio e Giovanni, nell’estate del 2021, che ricostruisce quello di Sergio con Pietro, un uomo che gli ha chiesto di accompagnarlo in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. Sergio Ramazzotti, fotoreporter di guerra con una lunga esperienza che lo ha portato vicinissimo alla morte (altrui, ma anche propria), racconta quel viaggio, i ricordi ma anche le fratture che ha lasciato nella sua vita. Asciutto, poetico, a tratti crudo e con un finale sorprendente che lascia più domande che risposte. In questi tempi, in cui più che mai ci interroghiamo sul senso del concetto di autodeterminazione, è un ascolto coinvolgente, che credo mi abbia fatto dormire male per un paio di notti ma che - nonostante un colpo di scena finale inatteso - rinuncia a esplorare fino in fondo le implicazioni del tema che propone, restando concentrato sull’esperienza di chi l’ha vissuta. Forse gli incubi venivano da lì, da quelle domande mai fatte e rimaste senza risposta.
Un po’ di date
Sono le stesse della settimana scorsa, perché quelle nuove non sono ancora confermate:
Il 25 marzo, a Paliano per un incontro alla Sala Teatro Esperia, ore 17.30. Il tema è la violenza di genere, e ne parlerò insieme a Francesca Giannetti.
Il 30 marzo sono al Pordenone Docs Fest per una tavola rotonda sull’inclusività: tutti i dettagli qui.
Il 21 aprile sono a parlare di Scintilla nel buio alla Casa delle Donne di Terni (dettagli da confermare).
Il 22 aprile sono all’International Journalism Festival di Perugia, per un panel in cui si parla di aborto.
Questa settimana niente libri perché non ho avuto tempo di fare una selezione. Ci risentiamo la settimana prossima!
Giulia
Teoria che spiegherebbe perché quando ci conoscono, nel nostro quotidiano, anche le persone che votano questa destra sono più tolleranti, aperte, persino possibiliste.
(Ciò non toglie che essere continuamente attaccati da questi buzzurri al potere sia sfiancante. È come essere bullizzati non dai tuoi compagni di classe ma dal preside).
Grazie da una mamma lesbica
Grazie per l'analisi che prende questa poltiglia di bile e pupù e la rende utile per andare avanti e costruire un domani che non lasci nessuno indietro.
A rischio di "non centrare il punto", mi chiedo perché scriviamo "coppia gay" e "coppia *di* lesbiche". Tralasciamo tutte le sfumature queer e di genere, perché se sono maschi è la coppia ad essere gay mentre per le donne sono loro ad essere lesbiche? Curiosità linguistica che forse cela un modo di pensare di noi italiani.
Grazie ancora ✊🏼 🔥