Sorry, non mi importa davvero come stai
italiani che affogano in un mare di cortesia britannica
I don’t really care how are you doing – read this article in english
Appena arrivata nel Regno Unito non capivo assolutamente nessuno parlare. Prima di lasciare l'Italia avevo guardato tutto Desperate Housewives senza sottotitoli per prepararmi, e sono rimasta scioccata quando ho capito che nessuno parlava in quel modo nel Regno Unito. Lo so che stai pensando, ma che ti aspetti da una che da bambina guardava il film “Hook” immaginando che il Regno Unito fosse nel Nord America? Per carità, alla fine ho scoperto la verità geografica del Regno Unito, eh. Ma sono rimasta totalmente ignorante della diatriba sulla pronuncia americana e inglese fino all'atterraggio a Londra Gatwick. In fin dei conti, persino il cantastorie di Robin Hood cantava con l’accento americano. Non prendertela con me, prenditela con l'imperialismo culturale americano delle nostre infanzie. Se invece tu sei cresciuto guardando questo amichevole casalingo orso polacco, buon per te.
Comunque, torniamo a noi. Appena arrivata nel Regno Unito chiamavo Vodafone per ricaricare la mia SIM e sentivo solo:
... premi uno.
... premi due.
... premi cinque.
... arrivederci!
e così richiamavo e richiamavo, fino a cinque volte di fila; finché finalmente capivo che cavolo di tasto premere.
Hai dovuto guardare tutti i Tudor e i Borgia con Jeremy Irons nella versione del papa sexy prima di arrivare ad un livello di comprensione decente. Poi, da lì, un altro po' per essere in grado di processare una risposta abbastanza veloce alla domanda del tuo interlocutore senza annoiarlo. Quello era il livello finale del videogioco: finalmente eri in grado di rispondere alla onnipresente domanda britannica per eccellenza: "Come stai?"
Quello che è successo dopo ti ha demoralizzata un sacco. Praticamente ti sei accorta che la gente andava via mentre rispondevi al “Come stai?”. Nessuno aveva intenzione di ascoltare la risposta. Rispondere seriamente alla domanda era inappropriato e la domanda puramente ornamentale.
Hai sentito la stessa storia triste del “Come stai inglese” da un sacco di italiani negli anni. In Italia se qualcuno decide di chiederti “Come stai” è perché intende sentire la risposta. Se uno è di fretta o pensa che l'altro lo sia, non fa questo genere di domanda.
In italiano abbiamo pronomi diversi per rimarcare diversi gradi di familiarità con l'interlocutore. Un pronome amichevole (tu) che è informale e caloroso e un pronome di cortesia (lei) che invece suona educato ma un po’ freddo. Ad un orecchio italiano abituato a cambiare costantemente contesto tra espressioni fredde e calde per essere educato o amichevole, le frasi inglesi suonano stranamente educate ma allo stesso tempo molto amichevoli e calorose.
Noi in Italia siamo amichevoli ma maleducati. Con un italiano è un attimo che il tono della conversazione diventi incredibilmente amichevole o incredibilmente aggressivo. La maleducazione è il valore predefinito delle interazioni sociali nazionali. Tempo addietro riflettevi su questo fatto osservando come negli aeroporti chiedano ai passeggeri di trattare il personale con gentilezza nei cartelli. A Londra i cartelli dicono che l’abuso nei confronti del personale non sarà tollerato. A Milano i cartelli dicono che se sarai gentile con il personale, potrai aspettarti che il personale sarà gentile con te. Chiaramente non è così che la gentilezza funziona. Uno che è gentile in teoria lo è sempre e con tutti, anche e specialmente con i maleducati. Ma come spiega bene il cartello milanese, in Italia la gentilezza è spesso un atto di reciprocità sociale. Quindi quando gli italiani arrivano nel Regno Unito hanno uno shock culturale immenso, perché d’un tratto tutti sono eccessivamente e spontaneamente gentili, apparentemente senza ragione.
Il nostro cervello non può far altro che interpretare questa gentilezza come un segnale di reciprocità sociale e reagire con familiarità. Gli inglesi reagiscono malissimo, perché non intendono fidarsi delle persone con facilità. Non vogliono essere amichevoli, solo gentili.1
Una volta che un italiano si stabilisce nel Regno Unito, tende ad adattarsi al nuovo standard di cortesia della società. Il problema è che rimane amichevole come se fosse ancora in Italia. E questa è la maledizione degli italiani nel Regno Unito. Diventi questa specie di organismo geneticamente modificato troppo amichevole e troppo gentile che annaspa in un mare pieno di individui naturalmente gentili e appropriati alle circostanze ma sempre distaccati.
Certo, uno si abitua col tempo (non si finisce mai di ricalibrarsi…) ma mi pare che il nostro cervello italiano soffrirà sempre della leggera discrepanza che si viene a creare nelle interazioni sociali; penso sia inevitabile. Comunque c’è un posto nella società britannica in cui poter praticare in sicurezza la nostra eccessiva amichevolezza: al pub durante il fine settimana (ma ovviamente solo dopo un paio di birre).
È interessante notare come la parola inglese “friendliness” si traduca in italiano come cordialità o gentilezza, esattamente come la parola “politeness”. Gli inglesi hanno due parole perché sono due cose diverse, mentre per noi è tutto sullo stesso piano.